"Indolore" è la campagna di sensibilizzazione di Cittadinanzattiva sul tema del dolore, in una azione che vede alleati i cittadini e i medici di famiglia. Grazie alla terapia del dolore, che è un diritto sancito dalla Legge 38/2010, la qualità di vita di chi soffre può migliorare, e grazie alla personalizzazione e alla umanizzazione delle cure la persona è coinvolta e resa partecipe del suo percorso di cura. Ancora oggi, a oltre dieci anni dalla emanazione della Legge che regola appunto il diritto di accesso alla terapia del dolore, ancora pochi ne conoscono davvero i contenuti: il 72,1% delle persone dichiara infatti di conoscerla poco o per niente. “In-dolore” vuole colmare questo gap di conoscenza e di informazione, e restituire alla relazione tra medico e paziente il ruolo centrale nel percorso di cura, e la consapevolezza che professionista sanitario e individuo sono entrambi protagonisti indiscussi del percorso di cura.

Non tutti i dolori sono uguali, ogni dolore va individuato, misurato e curato. E gli approcci per farlo sono tanti, e non solo farmacologici. Informati con il tuo medico per individuare il percorso di cura a te più adatto, e segnalaci eventuali difficoltà.

"Per sei anni ho sofferto di forti dolori alla mano dx a causa un incidente; Finalmente, dopo aver sentito il mio medico, ho ripreso a suonare la chitarra e ho ricominciato ad insegnare al Conservatorio".
"Oggi, dopo 5 mesi ho ricominciato finalmente a pattinare!! Sono stati momenti veramente difficili, a volte non riuscivo neanche ad allacciarmi le scarpe per il mal di schiena...poi ne ho parlato con il medico ed abbiamo trovato una soluzione!"
"Sono stata operata alcuni anni fa per un tumore al seno; da quel momento ho sofferto di dolori lancinanti alle mani e ai piedi. Adesso, dopo averne parlato con il mio medico, posso tornare al mio lavoro e soprattutto... a correre!"

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faq

Cosa è la legge 38 del 2010?

Si tratta di una legge innovativa che tutela e garantisce l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore da parte del cittadino, nell’ambito dei Livelli Essenziali di Assistenza, e, tra l’altro, di poter ricevere un programma di cura individuale anche per la sua famiglia

Quali sono i principi fondamentali della legge 38 del 2010?

Dolore acuto: è la nostra “sveglia”, ci avvisa della lesione del tessuto in corso ed è normalmente localizzato, dura al massimo per alcuni giorni, in genere diminuisce con la guarigione, e la causa di solito è chiara, come un dolore alle ossa dopo un trauma o una caduta, o il dolore post-operatorio (ferita da bisturi, punti…). 

Dolore cronico: è duraturo. È un'esperienza di dolore continua e ricorrente che rende difficile o impossibile il normale svolgimento delle attività quotidiane. Una sua gestione errata o del tutto assente crea conseguenze fisiche, psicologiche e sociali molto importanti e, se si calcolano le giornate lavorative perse, comporta anche un’importante ricaduta economica.
Si accompagna ad una componente emozionale e psicorelazionale e limita la performance fisica e sociale. Richiede un approccio globale e interventi terapeutici multidisciplinari. 

Dolore procedurale: accompagna molteplici indagini diagnostiche e terapeutiche, rappresenta un evento particolarmente temuto e stressante. Il dolore si associa ad ansia e paura, e frequentemente la sua presenza condiziona in maniera importante la qualità percepita di cura, nonché la qualità di vita. Attualmente sono a disposizione numerose possibilità d’intervento (farmacologiche e non) e modelli organizzativi efficaci ed efficienti.

A chi è destinata la terapia del dolore?

È rivolta a chiunque sia affetto da un dolore acuto persistente, cronico o procedurale, indipendentemente dall’età, sia adulto che minore.

Il dolore può essere misurato e valutato?

Esistono scale di Valutazione del Dolore, generalmente schede o questionari, in grado di aiutare il paziente a riferire il suo dolore e, allo stesso tempo, permette agli operatori sanitari di effettuare unacorretta valutazione per giungere ad un’adeguata pianificazione dell’assistenza, e rende più agevole la prescrizione della terapia farmacologica da parte dei medici.
È responsabilità degli infermieri controllare almeno due volte al giorno il livello e riportarlo in cartella clinica. Inoltre, per i pazienti minorenni esistono delle apposite scale pediatriche di misurazione del dolore.

Come faccio a comunicare il dolore che provo?

I sanitari si avvalgono di misurazioni formali tra le quali:scala di categoria verbale, in questo caso il paziente può dire se il suo dolore è lieve, moderato oppure grave; scale numerichecon il paziente può assegnare un punteggio da 0 a 10 al proprio dolore; scala analogica visiva, in cui i pazienti devono fare un segno che rappresenti il grado del loro dolore su una linea lunga 10 cm, in cui il lato sinistro è contrassegnato con "nessun dolore" e il lato destro con "dolore insopportabile".

Come fa un bambino a comunicare il dolore che prova?

SI favorisce un approccio visivo, infatti ibambini possono selezionare delle immagini da una lista di volti, che vanno dal sorriso a volti contorti per il dolore, o di frutti di dimensioni variabili, per esprimere la loro percezione della gravità del dolore.

Come si accede alle terapie del dolore?

Chi desidera accedere ai servizi delle Rete di terapia del dolore può rivolgersi direttamente al proprio Medico di Medicina Generale o Pediatra di Libera scelta, o ad uno specialista. Inoltre, in caso di ricovero si può richiedere il costante controllo del dolore in ogni reparto ospedaliero.

In cosa consiste la terapia del dolore?

Consiste nell’insieme di interventi terapeutici e diagnostici volti a individuare e applicare al dolore idonee e appropriate terapie farmacologiche, chirurgiche, strumentali, psicologiche e riabilitative, allo scopo di elaborare dei percorsi per l’eliminazione e controllo del dolore.

Quali sono gli obiettivi della terapia del dolore?

Grazie alla terapia del dolore si ha la possibilità di diminuire il dolore fisico e migliorare la qualità della propria vita,anche se il dolore non scompare completamente lo si può gestire, e con esso la vita di tutti i giorni

Posso trattare il dolore senza l’uso dei farmaci?

A seconda del dolore cronico che deve essere trattato varia anche il tipo di approccio che si decide di intraprendere. Fra questi diversi approcci ricordiamo la radioterapia, la crioterapia, la termoterapia, i massaggi e la fisioterapia.Anche la componente psicologica riveste un determinato ruolo nella percezione e nell'eventuale peggioramento del dolore cronico. Per tale ragione, in alcuni casi, possono essere utili degli approcci basati su tecniche psicologiche comportamentali o cognitive.

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